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Per ritornare, dal mare

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Ha la calma del latte

che tiepido arriva-

abbandonato alla grazia

che lascia cadere,

versando sull’erba

tre gocce di luce- il suo seno

 

Le daranno della gitana

per la lingua inventata

a tenere segreta la luce,

per come si porta via con l'inverno

l’odore dei nascondigli

ottanta mondi lontano

in una pentola grande di riso

sbattendo la neve coi semi di lino

e un mandala, il più bello d’oriente,

preparando il ritorno tra le montagne.

 

Adesso vola, 

filtrando sott’acqua all'autunno 

a rincorrere i raggi dell’ultima notte,

la ghirlanda del disco dei pesci,

con lente parole e un profumo che tiene

come  un filo alla gola di kashmir.

 

Lei sa che  morire  è generare  

un atto magico. in vita

confuso in preghiera. Le sale tutto il viso

un limpido rosso- nell’accenno della sera

convocata e lieve- nel tuo sonno

viene a dirti  “torno torno”

su quella strana trottola che gira

nella saliva della luce per la casa

 

è forza antica allora il gioco

che riprende il filo all’invenzione

se ci passi sopra con le dita,  puoi sentire

dove vanno a finire delle cose

con le gambe a penzoloni, nel pozzo di calore,

mostrando di parlare con mezzi di fortuna

dallo scarto, per battiti segreti

come lucciole alla nebbia,

anche il  pianto è una freschezza

improvvisa, nel sangue,

un dolore rimosso ai bambini

dove il taglio si adagia sicuro

e un nastro chiude le punte

facendo passare ninive

attraverso ciambelle di pane.

 

Sprofonda il mio petto carico di tane

fino all’inguine del sogno, e giragira-

cavezze,  finimenti, morsi per piccole bufere

otto buchi d’alberi ..  36 vedute del Fuji

tutto il resto è selvatico aramen-

sott’acqua…

tra il nero religioso una nicchia di luce

traduce dal silenzio la visione

impressionando fontanelle nuove

il piacere di pianori messi a bagno

nel godere. tu sapevi che senso aveva

un’altra vita nella vita della mia felicità:

il blu il boato il fuoco di lingam,

linga purana, quando ci siamo allontanati

 

con il cuore fino ai reni..vogheremo,

una battuta a mezz’aria, da un fianco soltanto,

poi via, da quell’altro,

e tra le mani una corda di perle

fitta di nodi a scorrere il tempo

risalendo il klin otto lungo le dita,

cantando al contrario del fiume,

per ritornare,  dal mare.

 Lorenzo Mullon - 04/10/2014 08:27:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

lei sa che morire è generare un atto magico
che bello
non è tragico
è magico
e ogni tanto ci vuole
così l’onda ci libera di tutto
chi ha paura si nasconda sotto il tavolo

 Elsa Paradiso - 04/10/2014 08:25:00 [ leggi altri commenti di Elsa Paradiso » ]

Da leggere e rileggere, per la ricchezza di metafore che contiene.
Piaciuta assai.
Ciao Amina

 Antonio Ciavolino - 03/10/2014 22:56:00 [ leggi altri commenti di Antonio Ciavolino » ]


Abbandonato alla grazia che non lascio cadere, per la lingua inventata
a tenere segreta la luce. Adesso vola, Amina, in alto, piu’ in alto possibile e canta con lente parole, ghirlande e profumi, in preghiera
nell’accenno della sera lieve e con le tue parole, per la vita e per la morte, gioca una forza antica, dove vanno a finire gli eventi, i gesti, gli amori finanche, per battiti segreti, come lucciole alla nebbia. Ricordi, gia’, i ricordi di cavezze, finimenti, morsi per piccole bufere otto buchi d’alberi .. 36 vedute del Fuji
e selvatico aramen-sott’acqua. Chi sapeva che senso aveva un’altra vita nella vita della tua felicità? con il cuore, vogheremo, hai scritto e tra le mani una corda di perle fitta di nodi a scorrere il tempo, ritornando dal mare colmi, come codesto testo, di memorie, sensazioni, emozioni, nella sensibilita’ adulta di un fatato giorno bambino.
Complimenti. Piaciuto brano. Un bacio

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